Giochi per vincere o per progredire?
Tempo fa durante il congresso nazionale virtuale della Federazione di Tennis Spagnola, Toni Nadal raccontò di quando Rafa Nadal aveva 14 anni e stava giocando un importante torneo, dopo aver vinto il primo set, gli disse di finire i suoi punti nel secondo con la volèe, evitando di giocare dalla linea di fondo. Nadal sapeva benissimo di poter vincere facilmente giocando come aveva già fatto nel primo set esprimendo il suo miglior gioco da fondo, ma accettò la sfida dello zio e iniziando a fare quel tipo di gioco che lo portava lontando dalla sua comfort zone e ritrovandosi a giocare un secondo set complicatissimo.
Toni Nadal dissè che quel giorno capì quanto fosse speciale suo nipote…
Quello che fece Rafa non è per nulla semplice spiegò Toni, perchè ti può far perdere il controllo del gioco e ci forza a commettere molti più errori, o a giocare male davanti al nostro avversario e davanti agli spettatori. Ci vogliono umiltà e grandi valori.
Ma spiega anche che questo è l’unico modo per progredire, non giocate per vincere, ma giocate solo per focalizzarvi sul miglioramento e su obiettivi a lungo termine. Ed è quello che facciamo al TCS con la nostra scuola, settiamo obiettivi a lungo termine cercando di prevedere il tennis del domani, indirizzando i nostri ragazzi alla ricerca del miglioramento continuo in ogni allenamento e in ogni match. Cerchiamo di tenere lontano i nostri giocatori dalla mentalità "Winning or Losing” e dalla filosofia “Failure or success”.
La nostra società separa i vincenti dai perdenti, se perdi un match diventi il peggiore; ti senti triste e abbattuto, ma se vinci ti senti un eroe e pieno di energie… e tutto ciò è disfunzionale.
Il Secondo è il primo dei perdenti, ma in un torneo di tennis esiste un unico vincitore e gli altri perderanno, quindi i ragazzi si ritrovano con insicurezze e frustrazioni, che frequentemente portano alla decisione di lasciare il tennis o lo sport che praticano. Tutto ciò porterà nelle migliori delle ipotesi ad un’altro sport ma nei maggiori casi ad un vita sedentaria ed questo è il momento in cui noi Maestri abbiamo fallito veramente, non quando perdono un match.
L’impegno nella nostra società è sottovalutato. Rimanere concentrati sul punteggio e alla ricompensa immediata come il vincere un match o prendere punti in classifica senza essere lungimiranti purtroppo porterà ad un “burn-out” e come insegnati, come genitori e come atleti dobbiamo sempre ricordarcelo.
Come disse Gandhi “La soddisfazione sta nell'impegno, non nel conseguimento: un totale impegno costituisce una piena vittoria.”
- Maestro Andrea Gallo